MUGELLO Il Campionato italiano di velocitá torna con il terzo round stagionale che si apre con temperature bollenti tali da mettere a dura prova i piloti nella pista più veloce
al mondo. Si accendono i motori e riecheggiano le colline di Scarperia, dove i team si preparano al fine settimana competitivo, con Premoto3 - Moto3 - SS300 -600 CIV Supersport&Supersport NG - SBK - National Trophy 600 National Trophy 1000 - Aprilia RS 660 Cup. Tra i vari team andiamo ad intervistare quello fondato dal grande Fabrizio Cecchini, un gigante della motogp, che ha visto crescere piloti come Marco Melandri e Kato, è rispettato da tutti come preparatore e ritenuto come uno dei personaggi storici del Motomondiale nonostante la giovane età.

Fabrizio raccontaci un po di te, quando hai iniziato il tuo percorso nella Motogp con Fausto Gresini e la Gresini Racing?

Ho iniziato negli Anni 80 a correre in moto e sono sempre stato ambizioso fin dall’inizio, proprio per questo ho vinto tante gare, tra le quali proprio in questa pista, il
Mugello, il circuito più bello del mondo, e sono fiero di essere qui. Ho contribuito a far crescere molti piloti, e oggi comincia una nuova avventura con il 1Cecchini Racing Team, prendendomi cura dei miei ragazzi, piloti giovanissimi con grandi capacità che reputo come figli. Ho creato questa squadra per formare dei professionisti attraverso una preparazione a 360°, dalla preparazione in moto, all’allenamento a casa, fino alla nutrizione, elementi fondamentali per crescere come pilota nel mondo dei grandi.


Cosa ne pensi del circuito del Mugello?

Penso che questa si possa definire la cattedrale del motociclismo italiano, apprezzata tutti i piloti a livello mondiale, tanto che in questi 30 anni di carriera, girando tutto il mondo, ho potuto
riscontrare con mano l’entusiasmo che genera nelle persone appassionate di Motorsport il solo nominare questa pista.


Come vedi i piloti italiani della nuova generazione?

Da un punto di vista tecnico, reputo la maggior parte dei giovani piloti italiani molto preparati, con un livello di competizione molto equilibrato tra loro e ciò rende il tutto molto più interessante. Tuttavia, penso che i giovani d’oggi siano un po’ limitati dai propri genitori, che ovviamente fanno tanti sacrifici e vogliono già vedere il figlio in top class, però questo rappresenta una sorta di pressione per questi ragazzi che tendono a spingere troppo il limite e accumulare sempre più stress. Inoltre, ci sono varie problematiche che possono limitare le aspettative di crescita dei nostri piloti, una tra queste è la scarso numero di tracciati gp e di eventi gara a livello nazionale, che intacca l’allenamento dei nostri giovani e li rende meno competitivi. Se devo fare un paragone con la Spagna, i nostri partono in svantaggio dal momento che nella penisola Iberica ci sono ben tredici circuiti, con eventi gara più frequenti, tutto ciò
crea notevoli indici di miglioramento per i piloti. Qua in Italia, invece, ci vorrebbero più tracciati, e non solo, altrettanti eventi ogni mese, questa può essere una grande soluzione
per la crescita dei nostri ragazzi e per il futuro del motociclismo italiano. Se vogliamo tirare su un campione italiano servono più piste e più opportunità.


Infine, cosa ci dici dei tuoi piloti, a partire da Cristian Lolli, 6° oggi in Moto3?

Stanno crescendo bene.