Il Mugello è indubbiamente tra i più sicuri, spettacolari e variegati circuiti del panorama mondiale. Una pista che dal 1974 ad oggi non è mai cambiata perché il suo tracciato è assolutamente fantastico. L’esplosiva miscela tra un rettilineo lungo ben 1141 metri, tra i più lunghi dell’intero novero di circuiti, saliscendi mozzafiato che necessitano grande abilità di guida, staccate violente, curve veloci per un dislivello totale di oltre 41 mt fa di questo impianto un vero e proprio unicum. Dopo il lungo rettilineo, in cui le Moto GP staccano ad oltre 340 km/h(il record di velocità è addirittura 349.288 km/h ottenuto da Pedrosa nel 2009) si ha una violenta staccata sulla destra, in salita, la curva San Donato. Il breve tratto in salita immette nella prima di una serie di chicane, la ‘Luco-Poggio Secco’, punto più alto del circuito, un sinistra-destra da cui uscire veloci per immettersi nella seconda chicane, più stretta, composta dalla Materassi e dalla Borgo San Lorenzo, per poi arrivare, in discesa, all’insidiosissima chicane, l’unica destra-sinistra delle tre, della Casanova-Savelli, in cui i centauri devono resistere alla forza centrifuga per evitare di finire fuori traiettoria. Questo tratto conduce alle due curve dell’Arrabbiata, definite dal ‘padrone di casa’ Valentino Rossi ‘tra le più belle di tutto il Motomondiale’. Curve difficili, dove si può fare la differenza se si resiste alle difficoltà della curva cieca che immette sul breve tratto rettilineo verso la curva Scarperia, verso destra, da affrontare in seconda, seguita da un improvviso cambio di direzione, secco, verso sinistra, la curva Palagio. Un breve respiro lungo un ulteriore tratto rettilineo per poi scollinare nell’entusiasmante Correntaio, tornante in discesa che chiude più di 180 gradi, da percorrere coi gomiti a sfiorare l’asfalto verso un' accelerazione bruciante sulla esse velocissima delle Biondetti: spalancare il gas lungo tutto il rettilineo seguente è d’obbligo, per poi arrivare alla curva delle Bucine, la più lunga del tracciato. Da qui il rettilineo, di cui non si vede il finale, c’è solo il bisogno di spingere al massimo, scalare le marce fino alla sesta, e il brivido ricomincia, lungo tutto il fiume d’asfalto. Un vortice di emozioni lungo i cordoli che coinvolge piloti, meccanici e l’immensa folla che circonda l’asfalto del circuito e idealmente abbraccia i propri beniamini. E’ il pubblico che osanna, che applaude, che dalle tribune o dai prati circostanti il circuito rende magiche e spettacolari le imprese dei centauri. Razionalità e follia, velocità e precisione, gioie e lacrime, un crogiuolo di emozioni che lascia senza fiato: tutto questo è il Mugello





